Giustizia senza confini

Giustizia senza confini

Crimini internazionali e lotta all'impunità

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Il venticinquesimo anniversario dello Statuto di Roma, che nel luglio 1998 istituì la Corte penale internazionale, offre l’opportunità di fare il punto sul cammino della giustizia nell’ultimo quarto di secolo. I tribunali in grado di applicare il principio della giurisdizione universale e la stessa Corte penale internazionale spesso rappresentano l’unica possibilità, per le persone sopravvissute a gravi crimini di diritto internazionale, di ottenere giustizia. Una ricerca che si scontra con molti ostacoli, dalla mancanza della volontà politica di garantirla appieno ai limiti ancora presenti negli ordinamenti nazionali. Ma punire i responsabili di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidi resta una necessità inderogabile e l’unico mezzo per abbattere l’impunità.

«La punizione di chi (persone in carne e ossa, non entità astratte) si macchia di crimini di guerra o di atti di tortura è condizione necessaria a prevenire ulteriori crimini di guerra, ulteriori atti di tortura. Proteggere davvero i diritti umani significa, anche, spezzare il cerchio dell’impunità individuale. Di questa verità il movimento internazionale per i diritti umani – e Amnesty International in testa – è da tempo pienamente consapevole.»

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