Gens Vaga

Gens Vaga

Quando Cimbri e Teutoni fecero tremare Roma

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“Gens Vaga” è la suggestiva descrizione che Tito Livio, con solo due parole, fece dei Cimbri, popolo errabondo e avvolto nelle nebbie indefinite della leggenda.
Cimbri e Teutoni, forse a causa di una serie di catastrofi naturali e comunque spinti dal desiderio di raggiungere una nuova “terra promessa”, partono dallo Jutland intorno al 120 avanti Cristo.
Discendono il corso dell’Elba, sono respinti dai Celti Boi, e nell’anno 113 vengono a contatto con i Romani, nell’attuale Austria. È l’inizio di una scorribanda che sconvolgerà l’Europa intera, fino a minacciare la potenza capitolina.
Non possiamo sapere cosa sarebbe successo se non fosse intervenuto Gaio Mario, homo novus, a prendere in mano le redini dell’esercito romano.
Resta il fatto che la guerra cimbrica è uno dei conflitti più pericolosi, e inspiegabilmente meno trattati, di tutta la storia di Roma.
Le parole dei grandi storici, da Plutarco a Mommsen, da Livio a Valgiglio, conferiscono a questa vicenda una connotazione epica, romantica, indimenticabile.
È una storia che non si può ridurre a quel breve cenno che compare sui libri di scuola, perché grandi sono i suoi protagonisti.
Parva nunc civitas, sed gloria ingens, ci ricorda Tacito. Un popolo ora insignificante, ma ricco di gloria.

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