L'avvenire di un'illusione

L'avvenire di un'illusione

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Dal papà della psicanalisi, un interessante e attuale saggio sull'origine della religione in chiave psicologica e sulle prospettive che esse avrebbe avuto nella cultura umana nella prima parte del Novecento, un periodo storico di tumultuosi e drammatici cambiamenti che hanno coinvolto l'intero pianeta. Secondo Freud l'uomo non ha necessità di origine religiosa, ma soltanto bisogni psicologici. Fate attenzione a questo interessante concetto espresso in queste pagine: l'uomo, da sempre in lotta con le forze della natura, si rivolge a Dio come un bambino si rivolge al padre, desideroso di una protezione paterna che si risolve effettivamente in un vero e proprio complesso psicologico. Ecco perché la religione, secondo il più famoso psicoanalista della storia, è una nevrosi ossessiva dell'intera umanità, che vive un complesso di inferiorità nei confronti della natura. L'illusione è appunto quella rappresentata dalle religioni, che qui sono rappresentate in maniera sorprendente, inedita per l'epoca ma assolutamente attuale. Freud arriva a sostenere che, per il bene dell'uomo, bisognerebbe arrivare a liberarsene, con tutte le difficoltà che un percorso del genere comporterebbe dal punto di vista degli obblighi imposti dalla società. Se volete saperne di più sul complicato intreccio che ci lega alla fede e alla religione, questo è probabilmente uno dei testi più illuminanti della storia. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.

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