La cieca di Sorrento

La cieca di Sorrento

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La vendetta – dicono – è un piatto che va servito freddo…

Il giovane studente di medicina Gaetano Pisani, rimasto orfano di padre dopo la sua condanna a morte per l’omicidio di una nobildonna, è impiegato dal vecchio notaio Tommaso Basileo. Dopo aver trascorso tanto tempo a chiedersi quale sia la verità dietro a un delitto che è costato la vita al padre Nunzio, Gaetano la scopre quasi per caso: ad averlo commissionato, infatti, è proprio il suo attuale datore di lavoro! Ambientato negli anni compresi fra il 1827 e il 1840, dividendosi tra Napoli, la Calabria, Parigi e Londra, “La cieca di Sorrento” è probabilmente il romanzo più famoso di Mastriani, talmente noto da essere stato trasposto su pellicola in ben cinque occasioni, nel 1916, 1934, 1952, 1953 e 1963.

Francesco Mastriani (1819-1891) nasce a Napoli in una famiglia dell’alta borghesia. Dopo aver esordito come giornalista ed elzevirista, nel 1847 pubblica “Sotto altro cielo”, il primo di una lunghissima serie di romanzi d’appendice che arriveranno, al termine della sua vita, a superare il centinaio. Conservatore, cattolico e moderato, rimane indifferente ai moti popolari di quegli anni e al Risorgimento, ottenendo una fama esclusivamente locale, anche se solidissima proprio grazie ai numerosi romanzi e drammi teatrali. Costantemente assillato da problemi economici (sarà costretto a più di trenta traslochi!), scrive instancabilmente per anni, virando col tempo verso il romanzo sociale e verista. Dopo l’Unità d’Italia la sua “Trilogia Socialista” attira i primi – se non unici – consensi della critica, coronati dalla sincera approvazione della grande Matilde Serao. Delle sue moltissime opere si possono citare “Federico Lennois” (1852), “La figlia del croato” (1877) e “Le due sorelle” (1879).

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